indietro Percorsi di ricerca

GENDER STUDIES

I miei interessi di ricerca nel campo della sociologia della cultura prendono le mosse dai Cultural studies e si declinano in particolare nei Gender studies, nell'ambito dei quali ho focalizzato l'attenzione sul corpo femminile, così come è visto, rappresentato e comunicato nella storia della cultura. Questo serrato raffronto ha evidenziato le sue correlazioni con il tema della Violenza di genere, di cui da anni mi occupo, anche grazie ad una costante collaborazione con la Casa delle donne per non subire violenza di Bologna, per cui, tra le altre cose, ho ideato e curato un festival internazionale dal titolo La violenza illustrata.

FESTIVAL LA VIOLENZA ILLUSTRATA

Prendendo le mosse dal celebre testo di Nanni Balestrini, che attraverso un ardito cut up di titoli di giornale mostrava l'invariante di violenza linguistica presente nei media, il nostro festival focalizza l'attenzione, attraverso un linguaggio multidisciplinare che va dal teatro alla musica, dal cinema alla cronaca, sul corpo delle donne nella comunicazione mediatica e sulla violenza di genere come fenomeno diffuso e sfaccettato, in particolare sulla violenza domestica e sulla comunicazione giornalistica dei reati.
In questo senso la Casa delle donne conduce una ricerca annuale sui media nazionali che si occupa di mappare le vittime di violenza domestica riportate sulla cronaca, al fine di ovviare ad una statistica non presente nell'Istat, che ancora non include e divide nei casi di omicidio la motivazione del femicidio "l'uccisione di una donna in quanto donna". I risultati di questa ricerca sono esposti all'interno del Festival che si svolge ogni anno il 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne, in una mostra dal titolo Testimoni silenziose, esposizione parte di un progetto internazionale nato in America da una decina di anni. La mostra è stata esposta anche nella sala del Consiglio d'Europa a Strasburgo nel 2009.
Ogni anno un testimonial d'eccezione del mondo della cultura e dello spettacolo è ospite del festival, che ha il patrocinio di tutte le realtà istituzionali locali e la collaborazione con l'università di Bologna e molte altre associazioni culturali.

FEMMINISMI
 
Un altro filone di ricerca consiste anche nella mappatura della Sociologia dei femminismi e dei suoi rapporti con la lotta di classe, il marxismo, la cultura patriarcale. Ho analizzato le differenze teoriche tra il pensiero della differenza e le tesi del femminismo radicale, ed anche i modelli culturali provenienti da queste teorie, così come vengono declinati dai media. Con particolare riferimento al fenomeno del postfemminismo, del velinismo, del backlash, del corpo delle donne nella televisione e nei media italiani.

LETTERATURA FEMMINILE

Un altro filone di ricerca è la letteratura e l'arte femminile, specialmente quella tra '800 e '900, che da sempre è stata una delle discipline sui cui si sono strutturati i gender studies. In particolare nella letteratura femminile ho focalizzato l'attenzione sui contesti di ricezione e sulla propriocezione dell'identità, specie nelle grandi figure trasgressive della nostra storia culturale, da Artemisia Gentileschi a Joyce Lussu, da Elizabeth Siddal a Giulia Niccolai. Artiste, letterate, politiche, storiche e giornaliste, viste attraverso la lente di un'analisi rigorosa della soggettività del genio femminile all'interno delle sue relazioni e scontri nel contesto culturale del tempo.

CONTROCULTURE

Un altro filone di ricerca è la Sociologia della contestazione: la Storia dei movimenti politici, in particolare la storia delle controculture nelle sue declinazioni nazionali e internazionali. Ho lavorato a lungo sugli anni '70 in Italia, con diversi saggi volti all'analisi dell'underground così come emerge nello specifico settore della comunicazione della controcultura: ho analizzato le fanzine, i giornali, i volantini, i murales, le pratiche performative del movimento del '77 e le sue implicazioni con la comunicazione di massa, nonché la tangenza con i movimenti della neo-avanguardia. Parte di questi studi sono confluiti in un Atlante dei movimenti culturali dell'Emilia- Romagna 1968-2007 in 3 volumi, progetto pluriennale, ideato e curato con Piero Pieri, in cui abbiamo riunito una quarantina di studiosi di varie aree disciplinari. Il risultato è un testo unico nel suo genere, un'operazione inedita e ancora intentata di mappatura totale divisa nei volumi: Poesia; Narrativa; Arti, comunicazione, controculture. Nel volume della poesia ho indagato le vicinanze tra i codici linguistici della poesia visiva e quelli delle scritte murali del movimento del '77.

SCRITTURE CARCERARIE

All'interno della sociologia della contestazione ho lavorato a lungo sull'esperienza carceraria degli anni '70 e sui detenuti per motivi politici condannati all'ergastolo. Attraverso l'analisi delle scritture carcerarie emerse negli ultimi anni, ho analizzato la trasformazione del carcere negli ultimi decenni, le sue correlazioni con la realtà esterna secondo le tesi di Foucault, e il ruolo e le contraddizioni di queste scritture come testimonianza, messaggi in bottiglia, riscrittura della memoria privata, documenti storici, anche attraverso un confronto serrato con altri esempi internazionali. Mi sono soffermata in particolare sul linguaggio delle BR e su alcuni diari di detenuti appartenenti a quell'area.

SIMBOLISMO

Un altro filone di ricerca riguarda la cultura tra fine 800 e 900, in particolare quella francese ed europea, riguardante l'emergere del corpo come fantasma, paura, perversione, dannazione. Individuando le varie iconografie che sono emerse in autori simbolisti e surrealisti, come lo scapigliato Camillo Boito, esperto di architettura e vicino alla cultura medica dell'epoca. Il nucleo della mia ricerca è la correlazione tra immaginario medico scientifico del corpo e della femminilità e immaginario culturale, su cui ho condotto numerose scansioni di lettura.

STORIA DELLA MORTE

Da questo filone culturale è scaturito il rapporto con l'Immaginario della morte tra 800 e 900, un filone che mi ha portata a lavorare sull'invisibilità della morte e sulla sua costante apparizione nella comunicazione mediatica e culturale del nostro tempo. La tanatologia e la teratologia si sono unite nel mio percorso in un unico filone di ricerca, in cui l'analisi dei "mostri" ha smascherato di volta in volta le visioni con cui la società affronta le paure della fine della vita. Attraverso la storia dei cimiteri europei, l'analisi legislativa inerenti la polizia cimiteriale, la scultura funeraria e i rituali del lutto e del pianto, ho percorso una storia culturale della morte vista dall'angolazione dei fantasmi della ragione, fantasmi di sesso prevalentemente femminile, come la figura della vamp nel periodo parnassiano.

STORIA DEI MOSTRI

La Storia culturale della teratologia mi ha portato ad interessarmi alla Storia culturale del circo nella sua correlazione con l'uso dei freacks, del materiale umano, e nella sua proiezione sociale attraverso l'uso del Grottesco, dell'Estetica del Trash e del Camp, la sua funzione semiotica all'interno della cultura occidentale e alla sociologia dei fenomeni da baraccone così come è stata usata dalla politica contro il diverso e dall'immaginario di massa. Ho condotto un raffronto con la condizione sociale femminile riguardante l'eccezionalità delle donne artiste e il loro statuto "mostruoso" nella fase del loro ingresso nella storia della cultura e nella loro ricezione sociale. Inoltre ho indagato la tematica del mostruoso nella poetica femminile.

TEATRO ANATOMICO

Dalla tanatologia la Storia culturale dell'anatomia e la storia dell'Estetica della morte tra 800 e 900 hanno condotto i miei interessi verso la Ceroplastica, attraverso la Storia del disegno e delle rappresentazioni anatomiche e dell'immaginario scientifico, in particolare alle descrizioni del corpo mostruoso e del corpo femminile, raffronto portato avanti fino ai giorni d'oggi, con lo studio di tematiche come inseminazione artificiale, Chirurgia estetica, protesi, cloni virtuali ecc.. così come approfondito dall'area di studi di Rosi Braidotti nel suo lavoro sull'Immaginario tecnocratico contemporaneo del corpo femminile.

ACCESSORIO & NECESSARIO

Un altro filone di ricerca riguarda la Storia culturale degli accessori femminili, dal costume alla moda, dal design alla grafica, in una sorta di ricerca di una storia culturale del gusto attraverso il dettaglio femminile, visto nell'ottica della costruzione dell'identità e come simboli della repressione patriarcale, dal busto all'ombrellino. In particolare ho pensato a una Storia culturale del ventaglio, in cui espongo un'ipotesi di ricerca riguardo alla funzione castrante del ventaglio, all'impossibilità dello "svelamento" del corpo femminile nella direzione di una storia privata dello sguardo.

AGGRESSIVITÀ

In un altro filone di ricerca il lavoro sulle iconografie femminili si è incrociato con il tema dell'Aggressività femminile, su cui sto lavorando in questi ultimi anni. In particolare sulle trasgressioni alla norma della mansuetudine storicamente ricondotta al modello femminile, analizzando gli esempi delle donne guerrigliere, della delinquenza femminile, dell'Autodifesa femminile, dell'infanticidio. Con particolare riferimento alla psicoanalisi e alle tesi di Freud, Reich, Lacan.

PERVERSO POLIMORFO

Un altro filone su cui ho lavorato, attraverso la psicoanalisi, è quello dell'Isteria e dei suoi collegamenti con la sessualità, le devianze, la storia delle perversioni e la storia dell'erotismo, in particolare Sade e molta area francese: Bataille, Klossowsky, Blanchot, Lautreamont, Breton, Foucault, e poi Baudrillard, Benjamin, De Beauvoir, Luc-Nancy, Didi-Huberman, Perniola, Galimberti, ecc. Ho approfondito il pensiero libertino, il periodo della rivoluzione francese (le figure femminili presenti in quel contesto e il femminismo in Sade), fino al movimento surrealista e al fenomeno del dandysmo.